Tutti i docenti rivendicano il rispetto dei ruoli; dicono: “Gli insegnanti devono fare gli insegnanti e i genitori devono fare i genitori; e i genitori non devono permettersi di dire ai docenti cosa devono fare in classe con i loro studenti”.
Peccato che siano i docenti a decidere cosa debbano fare i genitori a casa propria, con i propri figli, costringendoli nel ruolo di insegnanti di complemento, controllori, carcerieri, allorché siano obbligati, loro malgrado (e sempre che lo sappiano e lo possano fare), ad aiutare gli “studenti” nello svolgimento degli esorbitanti compiti a casa, o più semplicemente (si fa per dire) a imporre, in modo più o meno violento, l’adempimento.
Peccato che siano i docenti a decidere del tempo libero degli studenti e delle loro famiglie, colonizzato, spesso esaurito, dagli impegni scolastici – studio sempre più “matto e disperatissimo”, già a partire dai primi anni di scuola, per effetto della moltiplicazione di insegnamenti e insegnanti, con l’indecente corollario delle “lezioni private” (per chi possa permettersele).
Peccato che siano i docenti a pretendere che i genitori li sostituiscano nella soluzione dei problemi che in classe, evidentemente, non sanno gestire (penosa ammissione di incapacità e fallimento), attraverso le “note di condotta”, una delega impropria e umiliante per chi abdichi, in tal modo, alle proprie responsabilità professionali.
Peccato che siano proprio questi docenti (per fortuna non tutti) a confondere i ruoli, a invadere il campo altrui e abbandonare il proprio, a permettersi ingerenze persino offensive.
Peccato…da emendare.
[da una riflessione di Maurizio Parodi]
