La fatica e il dolore di aver vissuto male la scuola non la si dimentica.

C’è lei che stenta a credere di aver preso 10 a storia.
C’è lei che dopo essersi convinta di essere lenta in matematica prende tanti 6, che sono una grande conquista.
C’è la mamma che non riesce a credere ai voti che vede sul registro.
C’è lui che due mesi fa avevano stabilito che dovesse essere bocciato e che contro ogni previsione ha recuperato tutto, da solo e con gli strumenti giusti arrivando ai 9 e ai 10.
C’è lei che prende due 10, al liceo, in una sola giornata.
C’è lui, il nostro professore, che prende 9 in fisica (non lo sport).
C’è lui che a chimica è un portento e nemmeno lo sapeva.
C’è lui con il suo primo 7 in inglese.
C’è lui che prende 6,5 ma è bravo, e non capisce perché se è bravo non prenda di più, ma a noi sta bene anche questo, perché sappiamo quello che valiamo, e non sarà un voto a smontarci.Tutto da soli, con strategie, metodo e strumenti.
E poi ci sono loro, tutti insieme, che si aiutano, si supportano, si danno conforto e si sostengono a vicenda, anche quando c’è bisogno per la tesina di uno di loro. Uno chiede e tanti rispondono.

Perché la fatica e il dolore di aver vissuto male la scuola non la si dimentica.

Non smetterò mai di raccontarvi questa meraviglia che ho la fortuna di vivere quotidianamente.
Loro e i loro insegnanti che hanno capito e che sanno come lavorare per tirare fuori il meglio dai miei ragazzi, un lavoro sinergico e senza sosta, dicevo loro mi stanno convincendo che le cose possano cambiare.
Si.
E chest è!