Chi ha, metta. Chi non ha, prenda

E’ una cosa strana, strana assai.
Mia madre era una credente sfegatata. Io sono atea.
Sono cresciuta con le immaginette e le statuine varie in giro per casa. Madonne, santi, preti e tutto il resto.
Mi raccontava spesso dell’origine dei miei nomi, perché si, io ho più nomi all’anagrafe, ben tre registrati più uno che avrebbe voluto darmi ma non ha potuto perché l’anagrafe lo rifiutò, erano troppi.
Mi raccontava le storie del perché io avessi proprio quei nomi, tra i quali compare anche “Giuseppina”. Il mio secondo nome è Giuseppina, dopo Lucia e poi Angela.
Mi raccontava di questo dottore cosi tanto amato a Napoli, dei miracoli che faceva e dei poveri che aiutava. Morto nei primi anni del ‘900, nel 1927 esattamente.
All’università, facoltà di scienze infermieristiche prima e logopedia annessa a medicina dopo, ho svolto tante lezioni nell’aula “Giuseppe Moscati”. Mi sembravano strane coincidenze ma poi il pensiero passava veloce.
Adesso, in un momento di emergenza mondiale, la mia Napoli attua un piano di solidarietà che si chiama “Chi ha metta, chi non ha prenda” utilizzando il “panaro” solidale. Il “panaro”, quello che mia madre amava tanto e che usava sempre.
Questa è la frase che il Dottor Moscati aveva fatto sua quando non si faceva pagare dai suoi pazienti. Aveva un cesto nel suo studio e chiedeva a chi avesse denaro di donarli. Quei soldi venivano donati ai poveri. Mi è stato dato il nome Giuseppina per lui, in onore di questo medico cosi tanto amato.
Sono solo coincidenze. Può essere. Ma io nelle coincidenze credo molto.
Chi ha, metta. Chi non ha, prenda. ❤️