E rieccoci!! Bene ma non benissimo.
Cia putimm fa!!
E chest è!!
AGGIORNAMENTO AD OGGI 06.02.25
Aggiornamento, il docente non ha il permesso di rispondere (non esisteva la libertà di insegnamento?), intanto un altro decente fa lo stronzo in classe. Questa è la gente che educa ai nostri figli, formando i futuri uomini di questo paese.
E vabbè.
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Buongiorno Professore. Sono Lucia Fusco, la logopedista di Adriano, rispondo a questa mail l’autorizzata dalla famiglia…….
Le confesso che sto facendo molta fatica a comprendere la difficoltà che la scuola sta ponendo, dopo ben tre anni di liceo e un rendimento scolastico ottimo, in merito all’uso del computer personale di Adriano.
Onestamente faccio fatica anche a capire come si possa pensare che un ragazzo DSA possa utilizzare il computer della scuola anziché quello personale, sarebbe come a dire che gli si consigli di usare gli occhiali della scuola e non quelli personali prescritti appositamente per lui. Assurdo.
Se si conoscesse la legge e le linee guida annesse, si capirebbe che lo strumento per il dislessico non è il computer in sé ma tutti i programmi in esso Installati. Programmi, spesso costosi, che sono necessari per le caratteristiche del dislessico, come il lettore vocale, il correttore ortografico, il dizionario per l’accesso al lessico, e tanti altri programmi. Come lei mi insegna il computer è un ambiente personale, nel quale ci si muove liberamente e tranquillamente quando lo si conosce, proprio come il computer personale che i ragazzi dislessici utilizzano per studiare sia a casa che a scuola. Inoltre la legge evidenzia in maniera molto chiara che lo strumento personale deve essere usato anche in sede di esami di Stato, sia della scuola secondaria di primo grado che di secondo grado. Ed è esattamente così che fanno tutti i ragazzi che io seguo in terapia.
Quale sarebbe la reale problematica? Mi aiuterebbe a capire??
La preoccupazione che il bambino DSA possa copiare? Quindi questo significa che gli altri ragazzi vengono perquisiti completamente per paura che possano copiare?? Quindi vengono controllati gli astucci? Le tasche degli zaini? Le tasche dei jeans? Le pieghe dei jeans? I calzini? L’interno della scarpa?? Il taglio sul jeans sotto il quale ci sono i bigliettini? Gioventù fantasiosa, ma mi fermo perché non voglio mettere in difficoltà i ragazzi.
Le posso assicurare che per un ragazzo dislessico è veramente molto difficile copiare, perché gli occhi dei docenti sono puntati tutti su di lui, proprio perché ha il computer. Mentre tutti gli altri ragazzi agiscono indisturbati, facendo come meglio credono. Il computer è una responsabilità dello studente, esattamente come lo sarebbero gli occhiali. Inoltre stiamo parlando di un ragazzo di terzo superiore, e non è proprio un bambino, i miei bambini anche alla scuola elementare sono assolutamente responsabili per il loro strumento, che per alcuni rappresenta una “scialuppa di salvataggio”, parole di uno dei miei bambini!
Per quanto riguarda invece le mappe, che per i dislessici rappresentano uno strumento necessario a ripescare le informazioni a ripercorrere lo studio fatto, sembra assurdo pensare che debbano essere visionate dal docente.
La mappa che fa il ragazzo dislessico non è una mappa didattica assegnata dal docente, quindi compilata con tutte le indicazioni date dal docente, ma è una mappa personale che il dislessico si fa per reperire le informazioni che fa fatica a memorizzare. Potrebbe metterci dentro qualsiasi cosa, un’immagine, un Pokémon, un Transformer, come fa il docente a capire che cosa vuole dire il DSA? Quale sarebbe il senso del controllo della mappa? Per legge il DSA dovrebbe lavorare meno visti i lunghi tempi di elaborazione, in questo modo lavorerebbe il doppio se non il triplo. Fai la mappa in anticipo, falla come dice il docente e non come la preferisci tu, presentala con giorni di anticipo e poi eventualmente correggila. Ma il senso di tutto questo?
Dire che visionare la mappa serve per assicurarsi che abbiano studiato e capito non ha alcun senso. Mi pare che ai ragazzi non dislessici non venga fatta una pre-interrogazione per verificare che abbiano capito l’argomento e poi venga fatta un’interrogazione finale, giusto? Non mi pare, e sono certa che il docente sia perfettamente in grado in sede di verifica o di interrogazione di capire se il ragazzo abbia studiato o se stia banalmente leggendo la mappa, cosa anche difficile, visto che i ragazzi DSA hanno difficoltà a leggere.
Vogliamo lasciare che Adriano e tutti i ragazzi dislessici possano vivere la scuola serenamente, lavorando con gli strumenti che gli sono necessari? Siamo già DSA (e ne siamo assolutamente fieri!) e dobbiamo già combattere con le discriminazioni quotidiane e l’incomprensione delle persone, come se stessimo sottraendo qualcosa a qualcuno, almeno la scuola potrebbe non rappresentare un incubo??
Con la speranza che tutto quanto da me descritto risulti chiaro e dettagliato, resto in attesa di una sua eventuale risposta qualora volesse chiarire queste mie perplessità.
La saluto cordialmente. Lucia Fusco.