E niente… Quest’anno con la scuola mi pare il festival delle cazzate.
Se non ricevessi personalmente le mail penserei davvero che qualcuno mi stesse prendendo per i fondelli!!
Mail Ricevuta dalla famiglia, che lo specialista si evita come la peste eh!!
Risposta dello specialista che non si fa evitare….
Io boh, mah, però, ma serio???
E chest è!!!
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Gentili professori, sono Lucia Fusco, la logopedista di …………
E’ con estremo dispiacere che anche in questo caso constato che i docenti non hanno alcun interesse a confrontarsi con i professionisti del settore, pur essendo questi a disposizione dal primo giorno di scuola, e pur essendo in conoscenza alle varie mail scritte dalla famiglia.
Mi preme rispondere a questa mail, su richiesta e autorizzata dalla famiglia che legge in conoscenza, per chiarire alcune cose, che mi paiono abbastanza confuse e distorte.
Il pdp è un documento che certamente deve compilare la scuola nella parte inerente la didattica come previsto dalla legge, ma va compilato consultandosi con gli specialisti che seguono il bambino (come da voi indicato nella vostra mail e come previsto dalla legge) che ne conosce il funzionamento diverso dagli altri, e con l’approvazione finale della famiglia (come previsto dalla legge), affinché abbia valore.
E come voi mi insegnate non è assolutamente pensabile che una famiglia dedichi tante ore, presso la sede scolastica, alla lettura, alla comprensione e infine allo studio di un documento che non ha mai visto prima, che non conosce, e che deve studiare nei minimi particolari per comprenderlo fino in fondo.
Lo studio del pdp (che DEVE essere preventivamente letto e corretto dalla famiglia affinché lo approvi) richiede diverse ore, da fare a casa con calma mamma, papà e ragazzo dsa, chiedendo l’aiuto eventualmente dello specialista di fiducia per quelle parti tecniche e specifiche.
Questo prevede la legge, come è ovvio che sia.
E cosi è stato stabilito, per logica, anche dal ministero in diversi video diffusi anche in rete.
Che poi…..non si firmano contratti se non si conoscono le clausole in esso contenuto, giusto?
Pertanto la famiglia ………..ha necessità di consultare ciò che firma, con calma a casa, supportato da un esperto.
E sono certa che se qualcuno di voi avesse un figlio dsa (o altro) per il quale fosse necessario un pdp, sareste sicuramente d’accordo con me nel voler leggere con calma e attentamente il documento in questione, vi pare??
Quindi si, la famiglia prima di recarsi a scuola, il pdp dovrà studiarselo a casa, se ritiene necessario chiederà la consulenza dell’esperto altrimenti procederà da sola, se sarà necessario farà modifiche necessarie alla serenità scolastica del ragazzo, modifiche che poi richiederà alla scuola e solo dopo che saranno avvenute queste modifiche la famiglia si recherà all’appuntamento per firmare il pdp.
Spiegando tecnicamente la funzione di una mappa, per un ragazzo dislessico, come attività prevista dalla legge, mi preme chiarire che la mappa (che il dislessico si fa DA SOLO) è esclusivamente per uso personale, compilata anche in modi bizzarri e strani, con pupazzetti o smile, che sarebbe sicuramente di difficile comprensione da parte di una terza persona.
Non è una mappa assegnata dal docente come lavoro da fare a casa. Nel qual caso lo studente dsa si adegua e fa il lavoro come la classe.
Se fosse come dite voi nella mail, che la mappa debba essere visionata per assicurarsi che sia corretta, significherebbe che uno studente dislessico, oltre a lavorare più degli altri anziché meno come dice la legge, si ritroverebbe a fare una sorta di pre-interrogazione che avviene con la consultazione della mappa da parte del docente per verificare che le informazioni siano corrette, e poi una successiva regolare interrogazione per confermare che le cose le sappia.
Ai ragazzi NON dsa non si fa una pre-interrogazione per assicurarsi che abbiano capito quanto studiato e poi una interrogazione per confermare, giusto?? E perchè al dsa si??
Al momento dell’interrogazione il docente, che è benissimo in grado di comprendere se un ragazzo ha studiato o meno anche da come consulta la mappa, può verificare la preparazione e l’apprendimento. E valutare di conseguenza.
C’è da puntualizzare che le mappe di un dsa non possono essere piene di informazioni, fosse solo per il fatto che in quanto dislessico avrebbe difficoltà a reperire le informazioni in un marasma di parole.
Infatti i riassunti e gli appunti sono assolutamente difficili da consultare per i dislessici, tanto che la legge ne prevede la dispensa.
Motivo per il quale la legge prevede che i dsa utilizzino mappe.
Come si evince dalla legge 170 e dalle linee guida, la mappa è esclusivamente un supporto visivo che serve al dsa per ripescare le informazioni appese durante lo studio, informazioni che al dislessico sfuggono a causa di un problema di memoria o anche di accesso al lessico.
Il dsa nelle mappe ci mette quello che vuole, soprattutto immagini-frecce colorare-collegamenti colorati-parole chiavi personali, questo a conferma che l’apprendimento visivo è il punto forte dei DSA.
Che senso ha chiedere a un dislessico di mostrare una mappa, che non deve essere soggetta a valutazione, mettendolo in difficoltà perché se quella mappa deve essere sottoposta al docente allora deve essere fatta in maniera corretta e adeguata alla lettura del docente, aumentando difficoltà e lavoro da fare?
Signori Professori, non vi stiamo chiedendo alcuno sconto, né concessioni particolari, quello che vi si chiede è esclusivamente di lasciare ………. libero di studiare in base alle sue caratteristiche e agli strumenti a lui necessari. Nessun favoritismo, nessuno sconto, solo quanto gli spetta di diritto.
Certa di essere stata chiara, si rimane a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
Cordialmente. Lucia Fusco.