Agente speciale Ruby.

Scelgo ‘a pelle’.

Film scelto perché presente un cane, una delle mie enormi passioni. Non leggo recensioni, non mi piace leggere né mi piace sapere prima di cosa tratta il film.

Una strana sensazione, come un percepire qualcosa di familiare, quel qualcosa che senti sulla pelle. Pensi ‘ma possibile? Ma no dai, ti stai suggestionando è solo un film con piccoli particolari, sei sensibile all’argomento, è solo questo!’

Poi quei movimenti, quel non riuscire a stare fermo, quei pasticci continui, quell’ansia assurda, quelle frasi strane, quella sensazione costante di fallire, quel sentirsi inadeguati, quella gamba che si muove di continuo…..e al minuto 46 la certezza di quello che avevi pensato sin dalla prima scena del film.

Lui che apprende e ha sempre appreso in una maniera diversa, che cerca di addestrare il suo cane in maniera ‘canonica’ e la moglie che gli dice di continuo quanto quel cane gli somigli enormemente. Un cane agitato, senza regole, vivace, attivissimo e giudicato inadeguato, restituito al canile tante volte, valutato come ‘terribile’ e rifiutato costantemente, quando hai la certezza che troppa esuberanza nasconda una enorme intelligenza.

Quel cane che alla fine, dopo un ‘apprendimento’ diverso, fuori dalle regole e dai corsi ‘standard’ uguali per tutti, diventa il cane migliore in assoluto, del quale i ‘normali’ non si erano fidati ma che ha lasciato tutti a bocca aperta.

Io ho visto molti film sulla dislessia, e questo non lo è!

Ma come ho sentito questo sulla pelle e nell’anima e come ho pianto per questo, nessuno mai prima. Per molti è un banale film sui cani, per me è una lacerazione dell’anima, e si fa fatica a restare ‘stabili emotivamente’.

M’era fa e fatt mij!!
E chest è!

P.S. Le mie mamme potrebbero vivere questa esperienza come l’ho vissuta io.
Sono convinta che la regista conosca ciò che raccontato, lo conosce bene.