Lui è A……ed ha solo 12 anni.
Mi racconta che nella sua classe c’è un bambino transegender.
Io mi stupisco, vista la giovanissima età, ma a seguito di alcuni racconti capisco.
Mi innamoro della ‘normalità’ con la quale mi racconta di questa sua amichetta diventato amichetto, del registro e dell’appello. Mi incanta sentirlo raccontare quello che fa col suo amichetto. È stato paziente e mi ha raccontato. E poi mi ha detto che alla gara di poesie che farà martedì a scuola, in presenza di alcune persone esterne alla scuola, lui presenterà questa poesia, dedicata proprio a lui, lui….il suo amichetto di classe. Impietrita da così tanta semplicità e comprensione. Incredula dalla bellezza delle parole che appartengono ad un bambino di 12 anni. Innamorata sempre più dei bambini. Che nulla, nulla, NULLA hanno degli adulti, fino a quando, purtroppo crescono.
Parlarne, parlarne sempre, parlarne fino alla nausea.
E non c’è altro da aggiungere.
N.B. Ha scritto a penna perché lo ha fatto alle due del mattino e sul computer c’è il blocco.

Sono solo un misero ragazzo sepolto vivo da se stesso, senza luce e senza meta, sommerso da pensieri, emozioni e sentimenti, e non riesce a capire, bloccato da pensieri e timidezza e stereotipi alla moda, che non la fanno urlare, piangere o vivere, comandato da chissà chi, da chissà dove rendendolo stufo di se stesso tanto da odiarsi.
Come fa una persona circondata da amici e da persone che le vogliono bene e lo aiutano, ad odiarsi?? Non capisco, ma sono stufo di non capire mai niente, magari sono io che sono stupido ma ci tento ma non serve a niente, e allora mi ritrovo a faccia a terra con le spalle al muro, che capisco tutto: che devo essere me stesso, che devo aiutare e non usufruire, farmi consigliare ma mai cambiare, di fidarmi degli amici, di stare con la famiglia, di smettere di odiare e di iniziare ad amare, capire che la vita non è solo un cazzeggio, hai solo un colpo in canna e non lo puoi sprecare. Quindi ora decido di prendere in mano la mia vita, di non essere un fallito che si vuole fare odiare, perché da sepolto vivo c’è qualcuno che mi aiuta perché sono pronto ad aiutare gli altri ma, motivo più importante, perché io mi voglio amare.