Succede che uno dei tuoi ragazzi cambia scuola, evento raro ma necessario, perché nella vecchia scuola era un vero inferno. La Scuola che ci accoglie è tutt’altra cosa. Succede che benché ci siano tutti documenti e la burocrazia è a posto manca il tecnico che deve creare il profilo del ragazzo sul registro elettronico.
Succede che contatti ‘qualcuno’, disponibilissimo, e chiedi aiuto per evitare che il ragazzo perda giorni di scuola.
Succede che ti dice che ha già parlato coi docenti e che lo accoglieranno alla lezione comunque e senza problemi.
Succede che le prime ore fila tutto liscio.
Succede poi che arriva lui, il frustrato di turno, il represso, l’infelice, quello che usa l’autorità per alimentare se stesso e la sua misera vita, quello che i ragazzi odiano, quello che dice che i dsa non esistono e che imperterrito fa interrogazioni a sorpresa fottendosene della legge, quindi un imbecille patentato. Quello che l’umanita, la generosità, l’empatia non hanno idea di dove dimorino. Quello che, da frustrato, si accanisce con un ragazzino di 15 anni che chiede solo di andare a scuola.
Andare a scuola è un suo diritto!
Ma quanto frustrato deve essere per fare questo!?
Ma quanto fallito è per attuare tali comportamenti?
Ma quanto merda può essere uno che dovrebbe seguire i nostri figli e si dichiara, solo sulla carta, ‘educatore’?
La miseria umana proprio.
Le mie idee in proposito si consolidano anziché smontarsi, e che nessuno provi a convincermi del contrario. Ma sapere che quel ‘qualcuno’ che lavora nella scuola riconosca la mediocrità di certe persone aiuta a sperare che le cose possano cambiare. Perché i bravi docenti esistono, ma purtroppo talvolta soccombono per riuscire a sopravvivere in una scuola assai mortificante, per loro e ancor più per gli studenti.
Indegni, e non c’è altro da aggiungere.
E chest è
